Innovazione Cultura Delle Idee Non Tecnologia

Innovazione Cultura Delle Idee Non Tecnologia

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Innovazione è cultura non tecnologia. Camminando per Firenze, culla del Rinascimento, attraversando uno qualsiasi dei magici paesaggi della Toscana, si respira sempre qualcosa di speciale. Si incontrano tracce di passato dovunque che testimoniano la forza dirompente delle idee di un periodo che ha cambiato il mondo e ha modellato paesaggi sublimi.

Ora non lo dico in quanto Toscano cresciuto a Firenze, ma perché sono convinto che l’eredità storica e culturale nella quale abbiamo il privilegio di essere immersi in Toscana in particolare, ma anche nel resto d’Italia, ci ricorda che l’innovazione è innanzitutto cultura non tecnologia.

Ogni chiesa, ogni nuovo ponte o nuovo palazzo, ogni nuovo campanile che veniva costruito, non era soltanto “un’altra costruzione”, ma rappresentava qualcosa di molto più significativo per tutta la comunità del tempo. Ogni nuova costruzione nel Rinascimento esprimeva un nuovo approccio dirompente alla vita, una nuova mentalità animata da un’esplosione di creatività che cambiò il mondo. 

Imparare a disimparare dal passato fu un approccio culturale vincente nel 14° Secolo e ancora oggi, che viviamo un’esplosione di creatività molto simile a quella Rinascimentale, potrebbe essere una valida roadmap da seguire per creare nuova prosperità. 

Penso a Firenze nel Rinascimento e - anche se l’accostamento può sembrare azzardato - rifletto su amazon, Facebook, Google, Virgin, Zappos, Netflix, Samsung, apple e al gruppo dei grandi innovatori. In un certo modo dimostrano che oggi come allora, quando l’innovazione è cultura delle idee, la conseguenza naturale non può che essere progresso che migliora il mondo.

Il continuo successo di questi brand globali (replicabile su qualsiasi scala) è il risultato della loro cultura dell’innovazione, della loro abilità a incoraggiare, coltivare e fare fiorire nuove idee (un po’ come nelle corti Rinascimentali), della loro capacità di provare, sbagliare, imparare il più velocemente possibile ripetendo il ciclo senza sosta.

Paradossalmente il loro dominio del mercato non è fondato sui prodotti, bensì sull’abilità di ridefinire continuamente i limiti del business, i confini di mercato; in altre parole è un dominio radicato soprattutto nella mentalità innovativa.

Un qualsiasi smartwatch o una qualsiasi app sono pura tecnologia che esprime esattamente lo spirito della mentalità innovativa dalla quale provengono. Né più né meno come la cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze fu espressione attraverso l’architettura, dello spirito innovativo e visionario di Brunelleschi. È solo un altro modo per illustrare il concetto che l’innovazione è innanzitutto idee e cultura prima che di tecnologia.

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L’anima dell’innovazione si esprime in questo breve elenco: 

  • L’Innovazione non accade. Si costruisce.
  • L’Innovazione non è un costo. È un investimento.
  • L’Innovazione non è tecnologia. Sono le idee.
  • L’Innovazione non è l’ultima novità. È cultura.
  • L’Innovazione non è una tattica. È strategia.
  • L’Innovazione non è un traguardo. È un percorso continuo.
  • L’Innovazione non è un dibattito trendy. È un lavoro di squadra.
  • L’Innovazione non è un concetto. Sono fatti.
  • L’Innovazione non è per pochi illuminati. È alla portata di tutti.
  • L’Innovazione non è un innesto. È un percorso di crescita e di apprendimento.
  • L’Innovazione non serve a fare soldi, ma per creare valore.
  • L’Innovazione non è fine a se stessa, deve essere significativa.

Attenzione però che l’innovazione non avanza in modo lineare, bensì esponenziale e questo obbliga a riflettere sulla rilevanza di un metodo col quale gestirla, inteso come percorso culturale e come soluzione per tornare a generare valore per la comunità.

Forse non riusciremo mai a ripetere capolavori paragonabili a quelli del Rinascimento, ma certamente abbiamo ottime opportunità di creare valore, innovazione di valore e soprattutto ricchezza di valori. 

Qualcosa che potremmo immaginare di chiamare “Rinascimento 2.0” per il quale le generazioni future ci saranno grate, come noi oggi lo siamo a Giotto, Dante, Michelangelo, Leonardo.

Crediti immagini Pixabay: Monica Valladares cover image, Guy Dugas tempio San Biagio.

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