Iterare O Innovare
Sappiamo tutti quanto sia difficile cambiare e come senza una forte motivazione sia impossibile sostenere qualsiasi sforzo di cambiamento. Osservando la dinamica con cui le nostre vite diventano sempre più dipendenti dal digitale ci scopriamo immersi in un percorso nel quale non smettiamo mai di imparare. Infatti che si tratti di adottare nuove tecnologie, di provare le ultime app, gli ultimi apparecchi o gli ultimi strumenti per il lavoro o lo svago facciamo sempre qualcosa di importante: impariamo.
Il fatto è che spesso imparando qualcosa di nuovo, tendiamo a utilizzare ciò che abbiamo appena imparato a "piccole dosi", secondo modalità che ci sono già familiari senza "abbandonarci" troppo al nuovo: così facendo più che innovare ripetiamo o meglio iteriamo, andiamo cioè solo sempre poco oltre quello che facevamo prima di imparare, senza però che la nostra vita lavorativa o personale ne venga influenzata.
Iterare significa ripetere le stesse cose ogni volta meglio e implica un avanzamento incrementale. Basti pensare a chi oggi usa ancora la posta elettronica come la continuazione naturale del fax (con il medesimo spreco di carta).
Innovare invece significa fare cose nuove, utili che creano nuovo valore. Oltre a imparare, innovare implica l’abilità di disimparare ciò che diamo per scontato (conoscenze, protocolli, processi, standard riconosciuti, assunti o paradigmi): è questo approccio che crea nuove opportunità, che rende le cose vecchie semplicemente obsolete, che procede seguendo un percorso esponenziale per balzi anziché per piccoli passi incrementali. Ecco perché si chiama anche innovazione dirompente.
Distinguere tra iterare e innovare ci aiuta a cogliere la stessa differenza che sussiste tra una routine ordinaria che assorbe lentamente una novità e un cambio totale di paradigma che rende il vecchio obsoleto. Come ad esempio il passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale, quando il rullino da 24 o da 36 è scomparso di colpo.