Learn To Unlearn
Cosa spinge un essere umano ad entrare nella dimensione del cambiamento? Non tanto nel senso di cosa fare per creare il futuro, quanto di come arrivarci. Con quale modo di pensare. È sempre più è evidente come l’era digitale non sia solo una questione di tecnologia, ma proprio del modo di pensare, in altre parole: l’innovazione è cultura, non tecnologia.
Molti studi evidenziano che gli adulti “hanno perso contatto con la creatività”: che a partire dai 12 anni solo il 40% dei bambini pensa in modo creativo. Oltre i 30, la capacità del pensiero creativo scende al 2% al 3%. Abbiamo un problema.
“Learn to Unlearn” è la soluzione: imparare a disimparare ciò che abbiamo assorbito dal pensiero convenzionale per uscire dagli schemi, tornare al pensiero creativo dei bambini e smettere di presumere che vi sia una sola soluzione per ogni problema.
Il principale presupposto per stimolare lo sviluppo del pensiero creativo e la capacità di disimparare è l’istruzione scolastica di ogni livello, la formazione.
Ma come afferma Sir Ken Robinson nel famoso TED "il sistema educativo occidentale uccide la creatività". Il sistema attuale nato e concepito per un’economia industriale si rivela sempre più inadeguato all’era digitale che stiamo attraversando.
Aggiunge Fabiola Gianotti, Direttore Generale del CERN, che le competenze STEM - scienza, tecnologia, educazione, matematica - non devono essere più considerate dei silos separati e isolati: ricerca scientifica e discipline umaniste, scienza e arte rappresentano la massima espressione della curiosità e della creatività umana.
La direzione da incoraggiare nella formazione scolastica come in quella professionale, per imparare a disimparare e sviluppare il pensiero creativo è dunque l’inseminazione trasversale tra ogni tipo di disciplina.