Il profilo professionale del Business Innovation Architect
Il Business Innovation Architect è la nuova figura professionale che progetta e realizza percorsi di trasformazione culturale nelle aziende per potenziarne la competitività.
La figura dell’architetto dell’innovazione del business nasce dall’esigenza sempre più diffusa di preparare gli imprenditori al futuro del business perché fare business “as usual” non funziona più.
Il suo ruolo è reinventare o reimmaginare il modo di interpretare e di fare business per aumentare la percentuale di successo di ogni tipo di iniziativa imprenditoriale profit e no-profit (solo il 25% supera i 5 anni di attività) e diffondere una nuova cultura dell’innovazione.
Ai fini della sopravvivenza infatti, per le aziende è fondamentale tornare a competere in un contesto economico e imprenditoriale in profonda trasformazione caratterizzato da nuove realtà dotate di una forte mentalità vincente costruite sui principi del pensiero esponenziale, che adottano il modello organizzativo ExO (Exponential Organization) per fare leva sulle tecnologie in accelerazione e creare un impatto “10x” rispetto alla concorrenza.
Numerose altre realtà invece, purtroppo restano ancorate a schemi di pensiero lineare obsoleti continuando a confidare nella ripetitività e a perdere competitività.
“È più facile fare qualcosa 10x meglio che migliorarlo del 10%.” Astro Teller, GoogleX
Per Astro Teller infatti migliorare di un ulteriore 10% implica il ricorso a ipotesi e strumenti non sempre adeguati al contesto attuale di esplosione e convergenza delle tecnologie in accelerazione esponenziale.
I percorsi di trasformazione culturale realizzati dal business innovation architect rappresentano l’opportunità di riscoprire, valorizzare le peculiarità dell’azienda o del progetto imprenditoriale per avviare un percorso di crescita interna personale o del personale, nella piena consapevolezza delle peculiarità del nuovo contesto e degli elementi richiesti per essere competitivi.
Il riferimento all’architettura nasce dal parallelo tra il ruolo dell’architetto e del business innovation architect sintetizzato in modo esemplare da questa citazione:
“Il lavoro dell’architetto consiste nel fornire al cliente non ciò che vuole, ma ciò che non ha neppure mai sognato e quando lo ottiene capisce di averlo sempre desiderato.” Sir Denys Lasdun
Per definizione le opere degli architetti sono proiettate nel futuro: modellando luce, spazio e materiali creano qualcosa di unico di cui, una volta completato, non se ne può fare a meno perché anticipa il futuro.
Il lavoro dell’architetto dell’innovazione del business invece viene eseguito su gruppi di persone diverse e in ambienti ogni volta diversi, e per tornare alla citazione di Lasdun, lascia qualcosa che il cliente “non solo non hai mai sognato prima, ma che ha sempre desiderato”: una mentalità vincente adatta a competere da protagonista nei mercati della quarta rivoluzione industriale.
Tutti i percorsi di trasformazione culturale partono dall’esigenza di potenziare la competitività per giungere a risultati ogni volta diversi per due motivi.
Il primo è che l’innovazione è un percorso iterativo e imprevedibile, non lineare, non è una destinazione. Il secondo è che fare leva sul capitale umano per potenziare la competitività porta l’azienda a un risultato che riflette le sue peculiarità, genera quindi un risultato unico, non paragonabile a quello delle altre.
Il podcast dell’intervista realizzata pochi giorni fa dall’architetto Edmondo Jonghi Lavarini pubblicata sul suo canale Spreaker.