Due segreti per fare decollare i progetti
Episodio numero 9. Ti sei mai chiesta o chiesto come mai iniziative con idee innovative molto valide dopo poco finiscono nel nulla o quantomeno non si convertono in altrettanto valide opportunità di business?
Non mi riferisco solo alle startup, ma anche a progetti innovativi che vengono avviati da realtà aziendali più o meno strutturate. Come possiamo fare per evitare di incorrere negli errori classici che portano idee brillanti a finire nel nulla?
Ciao Luca come si fa a fare partire una nuova iniziativa imprenditoriale di successo? Voglio dire, vedo idee bellissime, progetti davvero interessanti che fanno fatica a sopravvivere e tanti addirittura devono rinunciare. Cosa si può fare per non buttare via un mucchio di soldi e di energie per nulla?
È uno spunto di riflessione che apre la strada a un argomento che mi sta a cuore.
Premesso che la formula del successo è 1% di idea e 99% di sudore per realizzarla (di idee ce ne sono migliaia non costano nulla, sta tutto nella capacità di esecuzione) e premesso che esiste sempre un gap notevole tra l’idea iniziale e il risultato della sua implementazione nella realtà (occorre essere disponibili a imparare a disimparare a re-imparare in fretta) …
… considera cosa succede quando una persona ha un’idea geniale. Per prima cosa ne parlerà con qualcuno in una ristretta cerchia di conoscenze: familiari, amici. La seconda, anche se non ha ancora nessun prodotto in mano, stai sicuro che aprirà una società! Oppure, nel caso abbia già la sua società, inizierà a realizzare il prodotto che vuole vendere.
Dov’è l’anomalia? L’errore nel quale incorrono in molti è saltare dalla fase di ideazione a quella di realizzazione ignorando la fase centrale di studio e pianificazione. Conosco molti casi in cui pur senza avere ancora il prodotto finale in mano, aspiranti imprenditori hanno affrontato prima le spese del notaio, di fondazione della società, a volte dei locali, del sito web e spesso anche quelle per l’ufficio brevetti. Molti casi come dicevo, preferiscono farsi carico di ingenti spese prima ancora di avere iniziato la benché minima fase di pianificazione.
La fretta di non farsi rubare l’idea, di non arrivare in tempo sul mercato non è altro che l’azione subdola dei bias cognitivi del nostro cervello che per natura predilige soluzioni immediate. Inoltre, sempre il nostro cervello è cablato per la stabilità, la prevedibilità di conseguenza reagisce contro tutto ciò che mette in discussione lo status attuale della conoscenza, che introduce un dubbio o più semplicemente impone di imparare qualcosa di nuovo.
In altre parole, l’errore più diffuso è saltare a piè pari la fase di pianificazione, vista nella migliore delle ipotesi come una perdita di tempo, altrimenti è vissuta come un intralcio o un ostacolo che mette in pericolo il progetto ritardandone l’uscita, facendo perdere il momento magico per arrivare primi sul mercato.
In realtà non c’è nulla di più infondato. Ricorda che né FB né Google né altri brand di successo sono stati i primi sul mercato …
Lo scopo ultimo della pianificazione è mettere in atto una serie di attività guidate da un metodo scientifico volte a identificare e risolvere eventuali criticità prima che il progetto diventi realtà evitando di bruciare inutilmente tempo, capitali e risorse.
Dedicare del tempo allo studio e alla pianificazione riduce il rischio del progetto ed è un investimento indispensabile per mettersi in condizioni di partire in sicurezza: solo questo aspetto dovrebbe essere considerato un valore irrinunciabile.
Ho parlato di metodo scientifico e mi riferisco alla letteratura imprenditoriale degli ultimi venti anni. Si tratta di strumenti intuitivi, di strategie derivate dallo studio di migliaia di casi di successo, di approcci che valorizzano il lavoro di gruppo e i singoli individui: ignorare l’esistenza di queste risorse preziosissime o sottovalutarne l’importanza nella fretta di saltare direttamente alla fase esecutiva del progetto, significa partire in salita con il freno a mano tirato.
Nell’immagine pubblicata nel post potrai vedere le copertine dei principali testi che negli ultimi venti anni hanno segnato l’evoluzione della nuova cultura imprenditoriale.
Senza avere la pretesa di essere stato esaustivo, ho elencato solo alcuni motivi che credo siano la causa per cui molte idee innovative, finiscano per non trasformarsi in opportunità di business. Sin qui ho risposto alla prima parte della tua domanda.
Ora cerco di rispondere alla seconda parte: come fare per non bruciare inutilmente capitali e risorse quando si vuole avviare un nuovo progetto imprenditoriale? In altre parole, in cosa consiste quella fase di studio e di pianificazione alla quale accennavo prima?
Nello studio e nella pianificazione di un progetto (nel caso di una startup o più semplicemente di un’idea da trasformare in opportunità di business) non possono mancare queste due attività:
Definire l’identità del progetto e la modalità con cui il brand comunicherà e interagirà con il mercato, con i clienti.
Fare ricerca e sviluppo del modello di business più innovativo e più dirompente con il quale si intende creare e distribuire valore attraverso il progetto e guadagnare un vantaggio competitivo.
Sono due attività che si intrecciano e interagiscono in modo complementare con i processi di sviluppo del prodotto e di acquisizione dei clienti, portando contributi indispensabili al successo del progetto. Oggi mi voglio concentrare sulla spiegazione di queste due attività.
In futuro dedicherò un podcast per approfondire il processo di sviluppo del prodotto e quello di acquisizione dei clienti.
Cosa significa il primo punto, definire l’identità del progetto? Sei hai ascoltato i primi tre episodi di questo podcast avrai già un’idea di cosa intendo per identità di progetto.
Nel caso tu non li abbia ancora ascoltati … questo è il momento giusto per farlo. :-)
L’identità del tuo progetto o della tua iniziativa è il modo con cui ti presenti al mercato e ai clienti, il modo in cui interagisci con il mondo esterno e in cui comunichi i tuoi valori e i valori del tuo progetto. L’identità dipende da cinque elementi elaborati in un percorso da fare con i tuoi colleghi, partner, soci.
PROBLEMA
Qual è il problema che vi appassiona e che volete trasformare in opportunità di business?
Ad esempio: Il calcare nelle tubazioni impianti.MOONSHOT
Vendere prodotti o servizi è solo lo strumento per raggiungere uno scopo più elevato che vi spinge a creare il vostro progetto: qual è questo scopo?
Acqua senza calcare dovunque.PERCHÉ
Qual è la motivazione che vi spinge a realizzare il vostro sogno impossibile?
Evitare l'uso di materiali inquinanti, risparmiare e migliorare la qualità della vita.VISIONE
Qual è l’impatto del vostro progetto nel mondo o nella vita delle persone nei prossimi 10-20 anni?
Contribuire a realizzare un mondo più pulito e più semplice.MISSIONE
In che modo il problema trasformativo che vi appassiona crea valore per le persone?
Diffondere il rispetto per l’ecosistema, salvaguardare la salute, risparmiare tempo, denaro.
Quanto tempo occorre per realizzare questi cinque punti?
Non ho idea. Ognuno ha i suoi tempi naturali di elaborazione e molto dipende dalla dimensione dell’azienda o del progetto. In una startup o in una piccola realtà i tempi saranno più rapidi di quelli in un’azienda più strutturata. Si può dire che il processo di elaborazione di questi punti è un work in progress, un lavoro di ricerca, di valutazione e di confronto continuo che, se fatto con impegno, dura mesi.
Vale la pena ricordare che chiunque è libero di mettere da parte questo argomento per tutti i suoi motivi più che legittimi e di continuare a fare altro. Quello che è certo è che chi lo lascia in sospeso, qualsiasi cosa farà, prima o poi, se lo ritroverà di nuovo davanti, perché non esiste progetto imprenditoriale o iniziativa che oggi possa avere successo senza la piena consapevolezza di questi due concetti.
Gli unici che permettono di definire con la massima precisione la vera identità del progetto ovvero il modo con cui ti presenti al mercato e ai clienti, interagisci con il mondo esterno, comunichi i tuoi valori e i valori del tuo progetto.
Vediamo il secondo punto: cosa significa fare ricerca e sviluppo del modello di business più innovativo e più dirompente?
Intanto è bene precisare che il modello di business è la logica con la quale un progetto crea, distribuisce valore per tutti gli stakeholder coinvolti e con la quale crea un vantaggio competitivo. In realtà non è il prodotto o il servizio a rendere vincente un’azienda o un progetto, bensì il modello di business costruito intorno al prodotto o servizio che permette di crescere e scalare il business senza problema.
Pensa agli esempi di Ryanair, Spotify, Netflix e la stessa Amazon. Vendono tutti prodotti o servizi che sono sempre esistiti (viaggi, canzoni, film, libri), quindi nulla di rivoluzionario, ma il loro modello di business agevola la modalità con cui questi prodotti e servizi vengono distribuiti e consumati: questa è la forza del modello di business. E grazie a questi modelli di business, noi consumatori, non smettiamo di viaggiare, di leggere, di ascoltare musica, di guardare film.
Lo studio di ricerca e sviluppo di un modello di business coinvolge desiderabilità, fattibilità, sostenibilità del progetto/prodotto, che implicano la validazione di ipotesi e assunti alla base del progetto fatte a diretto contatto con i primi beta tester, i primi early adopter, i primi clienti.
Il punto di partenza è la desiderabilità. Se il prodotto o il servizio è desiderabile, cioè se qualcuno è disposto a pagare, allora ha senso approfondire la fattibilità e successivamente la sostenibilità economica.
Voglio aiutare quante più persone a non buttare via un mucchio di soldi e di energie per avviare nuovi progetti partendo con il piede sbagliato, perché credimi, ne vedo molte e mi dispiace sapere che sono in costante sofferenza.
In conclusione la risposta alla domanda iniziale è che occorre il coraggio e la pazienza di investire tempo nella fase di pianificazione prima che il progetto diventi operativo: questo è ciò che permette di risparmiare soldi, risorse e soprattutto di fare decollare qualsiasi iniziativa imprenditoriale.